La fabbricazione dei primi strumenti per uso endodontico risale al 1875. Questi strumenti primitivi, foggiati a mano da sottili fili di acciaio, funzionavano più o meno come i tiranervi di oggi. In accordo con questa mancanza di sofisticazione, veniva data più importanza all’otturazione dello spazio canalare che non alla detersione del sistema dei canali radicolari.1 Una nuova era nella terapia endodontica è iniziata ai primi del secolo, con l’avvento della radiologia dentale, dell’anestesia locale e delle nuove acquisizioni in batteriologia. G.V. Skillen2 nel 1932 affermò la necessità di curettare le pareti canalari per rimuovere i residui pulpari ed era sua la teoria secondo la quale ogni residuo tissutale sarebbe andato incontro a degenerazione e conseguentemente avrebbe causato il fallimento della terapia canalare. Skillen ed altri ricercatori in quegli anni si davano da fare per dare una qualche standardizzazione ai metodi allora arbitrari e casuali di detersione dei canali radicolari. Grove3 disegnò quelli che lui chiamò “strumenti standardizzati e coni d’oro”. Il suo intento era quello di preparare lo spazio del canale radicolare fino ad una forma, misura e conicità ben precise. Jasper4 sviluppò i coni d’argento corrispondenti alle dimensioni delle lime che erano in uso a quei tempi. Ingle5 nel 1955 fu il primo che finalmente espresse la necessità di una standardizzazione degli strumenti canalari che presentò nuovamente alla Seconda Conferenza Internazionale di Endodonzia a Filadelfia nel 1958.6 Nel 1961 Ingle 7 stabilì per gli strumenti endodontici una forma basilare standardizzata, stabilendo una tecnica endodontica standardizzata, usando strumenti e materiali da otturazione di nuovo disegno: acciaio inossidabile anziché acciaio di carbonio, numeri più piccoli (06 e 08) e più grandi (110-150) con colori codificati. Nel 1965, l’American Association of Endodontists adottò la terminologia e la nomenclatura del sistema standardizzato proposto8 e nel giugno del 1976 il Consiglio dei Materiali e Strumenti Dentali dell’American Dental Association approvò la specifica N° 28 dell’A.D.A.,9 nella quale venivano stabilite le norme per la classificazione, le proprietà fisiche richieste, i procedimenti per le indagini e i test della campionatura e la preparazione per la distribuzione delle lime e degli allargacanali.10 Pertanto, la standardizzazione e l’accordo tra le varie case produttrici è un’acquisizione piuttosto recente. In questo capitolo vengono descritti caratteristiche, modalità di fabbricazione e d’uso dei principali endodontici disponibili in commercio, distinguendo quelli di acciaio da quelli di nichel-titanio. Per gli strumenti NiTi si distinguono le varie generazioni di strumenti in base a disegno delle lame , resistenza e flessibilità.
Strumenti Endodontici / Cantatore, Giuseppe; Castellucci, Arnaldo; Berutti, Elio. - Volume 2 Capitolo 14:(2021), pp. 507-566.
Strumenti Endodontici
Giuseppe, Cantatore
Primo
;
2021-01-01
Abstract
La fabbricazione dei primi strumenti per uso endodontico risale al 1875. Questi strumenti primitivi, foggiati a mano da sottili fili di acciaio, funzionavano più o meno come i tiranervi di oggi. In accordo con questa mancanza di sofisticazione, veniva data più importanza all’otturazione dello spazio canalare che non alla detersione del sistema dei canali radicolari.1 Una nuova era nella terapia endodontica è iniziata ai primi del secolo, con l’avvento della radiologia dentale, dell’anestesia locale e delle nuove acquisizioni in batteriologia. G.V. Skillen2 nel 1932 affermò la necessità di curettare le pareti canalari per rimuovere i residui pulpari ed era sua la teoria secondo la quale ogni residuo tissutale sarebbe andato incontro a degenerazione e conseguentemente avrebbe causato il fallimento della terapia canalare. Skillen ed altri ricercatori in quegli anni si davano da fare per dare una qualche standardizzazione ai metodi allora arbitrari e casuali di detersione dei canali radicolari. Grove3 disegnò quelli che lui chiamò “strumenti standardizzati e coni d’oro”. Il suo intento era quello di preparare lo spazio del canale radicolare fino ad una forma, misura e conicità ben precise. Jasper4 sviluppò i coni d’argento corrispondenti alle dimensioni delle lime che erano in uso a quei tempi. Ingle5 nel 1955 fu il primo che finalmente espresse la necessità di una standardizzazione degli strumenti canalari che presentò nuovamente alla Seconda Conferenza Internazionale di Endodonzia a Filadelfia nel 1958.6 Nel 1961 Ingle 7 stabilì per gli strumenti endodontici una forma basilare standardizzata, stabilendo una tecnica endodontica standardizzata, usando strumenti e materiali da otturazione di nuovo disegno: acciaio inossidabile anziché acciaio di carbonio, numeri più piccoli (06 e 08) e più grandi (110-150) con colori codificati. Nel 1965, l’American Association of Endodontists adottò la terminologia e la nomenclatura del sistema standardizzato proposto8 e nel giugno del 1976 il Consiglio dei Materiali e Strumenti Dentali dell’American Dental Association approvò la specifica N° 28 dell’A.D.A.,9 nella quale venivano stabilite le norme per la classificazione, le proprietà fisiche richieste, i procedimenti per le indagini e i test della campionatura e la preparazione per la distribuzione delle lime e degli allargacanali.10 Pertanto, la standardizzazione e l’accordo tra le varie case produttrici è un’acquisizione piuttosto recente. In questo capitolo vengono descritti caratteristiche, modalità di fabbricazione e d’uso dei principali endodontici disponibili in commercio, distinguendo quelli di acciaio da quelli di nichel-titanio. Per gli strumenti NiTi si distinguono le varie generazioni di strumenti in base a disegno delle lame , resistenza e flessibilità.File | Dimensione | Formato | |
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