In questo paper mi chiedo se e come le istituzioni liberali possano essere legittimate presso i cosiddetti ‘irragionevoli’. Punto di partenza è dunque la nozione rawlsiana di ragionevolezza, collegata all’astensione metodica dalla verità che per Rawls è la condizione per affrontare la questione della legittimità politica a fronte del pluralismo. Insoddisfatta della soluzione rawlsiana circa il trattamento da riservare agli irragionevoli – una sorta di tolleranza negativa simile a un mero modus vivendi in attesa di un loro ‘passaggio’ alla ragionevolezza – mi chiedo se non esista un’altra soluzione che permetta il mantenimento, per dir così, da parte degli irragionevoli della loro ‘irragionevolezza’ ma che, nonostante questo, possa garantire loro gli stessi diritti degli altri. La mia idea è che, per prima cosa, vada rivista la qualifica di ‘irragionevoli’, distinguendo al loro interno il gruppo dei ‘non-ragionevoli’. Quindi, propongo come modo del loro convivere al di sotto della istituzioni liberali una versione del modus vivendi: non si tratta di un ‘mero’ equilibrio instabile di forze contrapposte, come lo vede Rawls, bensì di una modalità sub-ottimale per convivere stabilmente, dato il disaccordo sostanziale.

Senza la verità. Irragionevolezza e modus vivendi a partire da John Rawls

SALA , ROBERTA
2011-01-01

Abstract

In questo paper mi chiedo se e come le istituzioni liberali possano essere legittimate presso i cosiddetti ‘irragionevoli’. Punto di partenza è dunque la nozione rawlsiana di ragionevolezza, collegata all’astensione metodica dalla verità che per Rawls è la condizione per affrontare la questione della legittimità politica a fronte del pluralismo. Insoddisfatta della soluzione rawlsiana circa il trattamento da riservare agli irragionevoli – una sorta di tolleranza negativa simile a un mero modus vivendi in attesa di un loro ‘passaggio’ alla ragionevolezza – mi chiedo se non esista un’altra soluzione che permetta il mantenimento, per dir così, da parte degli irragionevoli della loro ‘irragionevolezza’ ma che, nonostante questo, possa garantire loro gli stessi diritti degli altri. La mia idea è che, per prima cosa, vada rivista la qualifica di ‘irragionevoli’, distinguendo al loro interno il gruppo dei ‘non-ragionevoli’. Quindi, propongo come modo del loro convivere al di sotto della istituzioni liberali una versione del modus vivendi: non si tratta di un ‘mero’ equilibrio instabile di forze contrapposte, come lo vede Rawls, bensì di una modalità sub-ottimale per convivere stabilmente, dato il disaccordo sostanziale.
2011
9788857509969
accordo; giustificazione; liberalismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/19173
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