Il presente saggio si sviluppa intorno ai seguenti temi: (I) parlare di pensatrici oggi richiede una chiarimento rispetto alla questione della tradizione. Le pensatrici si sono poste di fronte alle questioni fondamentali della tradizione e della storia con una grande radicalità, libertà e concretezza, ognuna condividendo con le altre il tratto di essere autonoma e irriducibile a una scuola. (ii) Una nuova forma di soggettività? Nel secolo del nichilismo e dei totalitarismi, della retorica delle filosofie dell'alterità e del decostruzionismo, le pensatrici ci prospettano una forma di costruzione della soggettività che non ha niente di sacrificale né di volontaristico o di salvifico, che non risponde a un dover essere volto a ripristinafe valori perduti o ad assumere maschere di "buona debolezza". Una soggettività piuttosto che fa espereizna di ciò che vive, nel momento in cui lo vive, capace di orientarsi nell'opacità del presente– di dire di sì o di no – e di prospettare forme nuovo di esistenza a partire da un sentire che si radica nella profondità dei propri vissuti segnati dall'incontro e dalla relazione con ciò che è altro – la mia gioia, il mio dolore, ma anche la gioia, il dolore dell'altro, dell'altra.
Filosofia, ritratti e corrispondenze
DE VECCHI , FRANCESCA MARIA
2001-01-01
Abstract
Il presente saggio si sviluppa intorno ai seguenti temi: (I) parlare di pensatrici oggi richiede una chiarimento rispetto alla questione della tradizione. Le pensatrici si sono poste di fronte alle questioni fondamentali della tradizione e della storia con una grande radicalità, libertà e concretezza, ognuna condividendo con le altre il tratto di essere autonoma e irriducibile a una scuola. (ii) Una nuova forma di soggettività? Nel secolo del nichilismo e dei totalitarismi, della retorica delle filosofie dell'alterità e del decostruzionismo, le pensatrici ci prospettano una forma di costruzione della soggettività che non ha niente di sacrificale né di volontaristico o di salvifico, che non risponde a un dover essere volto a ripristinafe valori perduti o ad assumere maschere di "buona debolezza". Una soggettività piuttosto che fa espereizna di ciò che vive, nel momento in cui lo vive, capace di orientarsi nell'opacità del presente– di dire di sì o di no – e di prospettare forme nuovo di esistenza a partire da un sentire che si radica nella profondità dei propri vissuti segnati dall'incontro e dalla relazione con ciò che è altro – la mia gioia, il mio dolore, ma anche la gioia, il dolore dell'altro, dell'altra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.