Come ha scritto Jacob Taubes, nelle pagine de "La fine di tutte le cose" (l'opera forse piu' ingiustamente trascurata dell'ultima fase della vita del grande maestro di Koenigsberg), Kant conduce l'ambizioso progetto filosofico di "tradurre le dichiarazioni metafisiche dell'escatologia cristiana in una sorta di escatologia trascendentale". L'escatologia trascendentale ruota attorno a un duplice interrogativo: perche', in generale, gli uomini si aspettano una fine del mondo? E se questa viene anche loro concessa, perche' proprio una fine che, per la maggior parte del genere umano, fa paura? Per Kant l'antica profezia apocalittica di San Giovanni prefigura, in simboli e immagini, il limite estremo della stessa attivita' del pensare, delineando la struttura paradossale di "un concetto con cui, al tempo stesso, l'intelletto ci abbandona e, addirittura, ha fine ogni pensiero".
La fine di tutte le cose
TAGLIAPIETRA , ANDREA
2006-01-01
Abstract
Come ha scritto Jacob Taubes, nelle pagine de "La fine di tutte le cose" (l'opera forse piu' ingiustamente trascurata dell'ultima fase della vita del grande maestro di Koenigsberg), Kant conduce l'ambizioso progetto filosofico di "tradurre le dichiarazioni metafisiche dell'escatologia cristiana in una sorta di escatologia trascendentale". L'escatologia trascendentale ruota attorno a un duplice interrogativo: perche', in generale, gli uomini si aspettano una fine del mondo? E se questa viene anche loro concessa, perche' proprio una fine che, per la maggior parte del genere umano, fa paura? Per Kant l'antica profezia apocalittica di San Giovanni prefigura, in simboli e immagini, il limite estremo della stessa attivita' del pensare, delineando la struttura paradossale di "un concetto con cui, al tempo stesso, l'intelletto ci abbandona e, addirittura, ha fine ogni pensiero".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.