Innovare è un obiettivo ambizioso, soprattutto se ci sono in gioco politiche pubbliche che condizionano la vita e il benessere di milioni di cittadini. Il primo passo è spesso il più impegnativo: mettere in discussione il presupposto secondo cui le persone prendono decisioni in modo esclusivamente razionale. Se risparmiamo poco, ci indebitiamo molto, mangiamo troppo e inquiniamo di più, come si può credere che stiamo solo analizzando costi e benefici delle nostre scelte? Eppure lo assume ogni azione di governo che mira a imporre comportamenti attraverso incentivi monetari, divieti, regole e decreti legge. Che una burocrazia del ventesimo secolo possa farci vincere le sfide del ventunesimo non è più credibile. La cosiddetta Nudge Revolution ha inaugurato una nuova via per valutare empiricamente l’efficacia degli interventi messi in atto per indirizzare i comportamenti dei cittadini in senso virtuoso, facendo leva sulle reali capacità cognitive che sottendono ai processi decisionali. Come ogni innovazione, ha generato critiche e lodi, antipatie e simpatie. L’articolo bersaglio si chiede se sia giustificata proprio ora tutta questa attenzione per i nudge e il loro successo; e se, quindi, questo successo non sia altro che una moda passeggera. Per quanto
Nudge in azione: il ruolo delle rappresentazioni motorie
Matteo Motterlini
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2020-01-01
Abstract
Innovare è un obiettivo ambizioso, soprattutto se ci sono in gioco politiche pubbliche che condizionano la vita e il benessere di milioni di cittadini. Il primo passo è spesso il più impegnativo: mettere in discussione il presupposto secondo cui le persone prendono decisioni in modo esclusivamente razionale. Se risparmiamo poco, ci indebitiamo molto, mangiamo troppo e inquiniamo di più, come si può credere che stiamo solo analizzando costi e benefici delle nostre scelte? Eppure lo assume ogni azione di governo che mira a imporre comportamenti attraverso incentivi monetari, divieti, regole e decreti legge. Che una burocrazia del ventesimo secolo possa farci vincere le sfide del ventunesimo non è più credibile. La cosiddetta Nudge Revolution ha inaugurato una nuova via per valutare empiricamente l’efficacia degli interventi messi in atto per indirizzare i comportamenti dei cittadini in senso virtuoso, facendo leva sulle reali capacità cognitive che sottendono ai processi decisionali. Come ogni innovazione, ha generato critiche e lodi, antipatie e simpatie. L’articolo bersaglio si chiede se sia giustificata proprio ora tutta questa attenzione per i nudge e il loro successo; e se, quindi, questo successo non sia altro che una moda passeggera. Per quantoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.