A kaleidoscopic synthesis of the Latin eros, Ovid’s Metamorphoses have been a fundamental point of reference, since ancient times, for the many painters who drew their subject-matter from this text and also undertook the far from simple task of using the static nature of the pictorial medium to represent the narration of what is – by definition – in motion: metamorphosis. A pair of paintings, now divided between Italy and the United States, depicting Apollo and Daphne and Pan and Syrinx, offers a significant case study for an initial reflection on the subtle relationships between the invention of a subject, a text by the poet Ovid, the theoretical mode of representing such a subject, devised by the English philosopher and patron, the Earl of Shaftesbury, and the artistic realization of such a theory carried out by Paolo De Matteis, a painter from the Cilento. These reflections ultimately aspire to a better understanding, as regards both history and phenomenology, of the intelligence underlying a pictorial language that gives internal structure to images, enabling them to convey both what is narrated by words and what is theorized by thought.

Sintesi caleidoscopica dell’eros latino, le Metamorfosi di Ovidio sono state fondamentale riferimento sin dall’antichità per molti pittori che ne hanno ripreso i temi, cimentandosi anche nel non facile compito di rappresentare nella fissità della realizzazione pittorica la narrazione di ciò che, per definizione, è in movimento: la metamorfosi. Un pendant di dipinti, diviso ora fra Italia e Stati Uniti, raffigurante Apollo e Dafne e Pan e Siringa, rappresenta un significativo caso studio per dare avvio a una riflessione sui sottili rapporti che intercorrono fra l’invenzione del soggetto dovuta al poeta Ovidio, la modalità teorica con cui debba essere rappresentato tale soggetto elaborata dal filosofo e committente inglese Conte di Shaftesbury e la realizzazione artistica di tale teoria dovuta al pittore cilentano Paolo De Matteis. Scopo ultimo della riflessione è quello di meglio comprendere, tanto storicamente quanto fenomenologicamente, l’intelligenza propria di un linguaggio pittorico che struttura dall’interno le immagini, rendendo efficace la loro capacità di mostrare sia ciò che le parole narrano, sia ciò che il pensiero teorizza.

La fiaccola e la maschera: didascalie in immagini per il pensiero. Un esemplare pendant di Paolo De Matteis / Rossi, A. - In: IL CAPITALE CULTURALE. - ISSN 2039-2362. - 12:(2015), pp. 897-930.

La fiaccola e la maschera: didascalie in immagini per il pensiero. Un esemplare pendant di Paolo De Matteis

ROSSI A
2015-01-01

Abstract

A kaleidoscopic synthesis of the Latin eros, Ovid’s Metamorphoses have been a fundamental point of reference, since ancient times, for the many painters who drew their subject-matter from this text and also undertook the far from simple task of using the static nature of the pictorial medium to represent the narration of what is – by definition – in motion: metamorphosis. A pair of paintings, now divided between Italy and the United States, depicting Apollo and Daphne and Pan and Syrinx, offers a significant case study for an initial reflection on the subtle relationships between the invention of a subject, a text by the poet Ovid, the theoretical mode of representing such a subject, devised by the English philosopher and patron, the Earl of Shaftesbury, and the artistic realization of such a theory carried out by Paolo De Matteis, a painter from the Cilento. These reflections ultimately aspire to a better understanding, as regards both history and phenomenology, of the intelligence underlying a pictorial language that gives internal structure to images, enabling them to convey both what is narrated by words and what is theorized by thought.
2015
Sintesi caleidoscopica dell’eros latino, le Metamorfosi di Ovidio sono state fondamentale riferimento sin dall’antichità per molti pittori che ne hanno ripreso i temi, cimentandosi anche nel non facile compito di rappresentare nella fissità della realizzazione pittorica la narrazione di ciò che, per definizione, è in movimento: la metamorfosi. Un pendant di dipinti, diviso ora fra Italia e Stati Uniti, raffigurante Apollo e Dafne e Pan e Siringa, rappresenta un significativo caso studio per dare avvio a una riflessione sui sottili rapporti che intercorrono fra l’invenzione del soggetto dovuta al poeta Ovidio, la modalità teorica con cui debba essere rappresentato tale soggetto elaborata dal filosofo e committente inglese Conte di Shaftesbury e la realizzazione artistica di tale teoria dovuta al pittore cilentano Paolo De Matteis. Scopo ultimo della riflessione è quello di meglio comprendere, tanto storicamente quanto fenomenologicamente, l’intelligenza propria di un linguaggio pittorico che struttura dall’interno le immagini, rendendo efficace la loro capacità di mostrare sia ciò che le parole narrano, sia ciò che il pensiero teorizza.
Paolo De Matteis
Lord Shaftesbury
Metamorfosi Ovidio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/113793
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