La mia ricerca si inserisce nell’attuale dibattito sulla gravidanza nel contesto della filosofia continentale contemporanea, con lo scopo di un’indagine fenomenologica delle strutture eidetiche dell’esperienza gestazionale. In particolare, mostra come l’approccio eidetico husserliano può spiegare l’irriducibilità qualitativa delle esperienze di gestazione, con lo stesso impianto teorico che serve a rendere conto della cosiddetta esperienza gestazionale “normale”. La sezione uno (Phenomenological accounts) delinea lo sviluppo originale della fenomenologia della gravidanza. Partendo dagli scritti di Edmund Husserl, Maurice Merleau-Ponty, Simone de Beauvoir e Iris Marion Young, esplora la comprensione fenomenologica della vita intra-uterina e il ruolo svolto dal corpo gestante, elaborando una nozione di gravidanza come processo e non come condizione o stato. Il principale risultato di questa indagine si concretizza nel cambio di paradigma nel considerare la donna incinta: non più (solo) paziente, ma anche soggetto di esperienza. La sezione 2 (Space and Time of pregnancy) è un esercizio di epoché volto a criticare le rappresentazioni comuni del corpo incinta e delle temporalità gestazionali. Attraverso un confronto tra il modello dell’hospitality e quello del container, sostengo che la corporeità gestante debba essere pensata come Leib. Inoltre, propongo di rinegoziare la temporalità gestazionale integrando la retorica degli “stadi” (dello sviluppo fetale) con un’analisi delle temporalità del sé gestante (che definisco scattered temporalities). Questa indagine dello spazio e del tempo della gestazione mostra l’inconsistenza fenomenologica di un’idea della gravidanza come fase transitoria che si conclude con il parto e del corpo gestante come involucro di un processo biologico e sub-personale. Nella terza sezione (The who of pregnancy), esploro la natura dell’altro-fetale (fetal-other). Inizio con una panoramica della concettualizzazione dell’alterità fetale nel capitolo sei, concentrandomi sul processo di personalizzazione del feto e sulle sue conseguenze per il processo gestazionale. Nel capitolo sette esploro l’esperienza vissuta della gravidanza, sostenendo che essa esibisca una forma di intercorporeità radicale intercorporeità. Indago dunque il ruolo del tocco nella costituzione della polarità gestazionale e il tipo specifico di agency, sia del soggetto gestante che dell’altro fetale, così come emerge nel e dal loro reciproco ma asimmetrico rapporto. Invece di considerare il processo gestazionale come una condizione che interessa la donna incinta, la mia tesi mira a delineare il carattere essenziale del processo gestazionale come intrinsecamente intersoggettivo e a indagare la portata filosofica del sé-in-gravidanza. Interrogando le strutture dell'esperienza gestazionale, contribuisce infine alla comprensione filosofica del sé gestante, inteso sia come oggetto di indagine filosofica che come soggetto epistemico e patico.
My research sets out to enrich current philosophical debate around pregnancy within the context of contemporary continental philosophy. In response to this theoretical urgency, this thesis offers a robust phenomenological inquiry into the eidetic structures of gestational lived experience. In particular, it shows how the Husserlian eidetic approach can account for the irreducibility of marginalized experiences, and can do so with the same theoretical toolkit serving accounts of so-called “normal” gestational experience. Part 1 (Phenomenological accounts) outlines the original development of phenomenology of pregnancy. Moving from the writings of Edmund Husserl, Maurice Merleau-Ponty, Simone de Beauvoir, and Iris Marion Young, it explores the phenomenological understanding of intra-uterine life, the role played by the pregnant embodiment, the notion of pregnancy as a process and not merely a condition. The main upshot of this part concerns the importance of the paradigmatic shift in considering the pregnant woman, not simply as a patient, but instead as an embodied self. Part 2 (Space and Time of pregnancy) is an exercise in the epoché, critiquing common depictions of the pregnant body and pregnant temporalities. By analyzing the paradigmatic “hospitality model” and “container model” respectively, I show why pregnant embodiment might be more profitably explored in terms of Leib. Furthermore, I advocate a re-thinking of gestational temporalities, by complementing the rhetoric of “stages” (of the fetal development) with an analysis of the gestating self's temporalities (that I define as “scattered temporalities”). This analysis of time takes issue with the homogenizing accounts of pregnancy as a transitory phase concluding with the childbirth. In Part 3 (The who of pregnancy), I explore the “emergence” of the fetal-other. I begin by giving an overview of the conceptualization of alterity in chapter six, particularly focussing on the process of personalization of the fetus and its consequences for the gestational process. In chapter seven, I argue for the pregnant process in terms of radical intercorporeality, by analysing the role of the touch in defining the gestational polarity and the specific kind of agency the gestating self and the fetal-other have in their mutual and asymmetrical co-constitution. By shifting the focus from the pregnant condition to the (inter)subjective character of the gestational process, my thesis makes a genuinely original contribution to the field. It offers new phenomenological insight into the structures of gestational experience, and it expands and deepens understanding of the gestating self – both as an object of philosophical investigation and as a subject of knowledge and cognition.
Phenomenology of Pregnancy: the lived experience of gestation / Nicole Miglio , 2021 Sep 20. 33. ciclo, Anno Accademico 2019/2020.
Phenomenology of Pregnancy: the lived experience of gestation
MIGLIO, NICOLE
2021-09-20
Abstract
La mia ricerca si inserisce nell’attuale dibattito sulla gravidanza nel contesto della filosofia continentale contemporanea, con lo scopo di un’indagine fenomenologica delle strutture eidetiche dell’esperienza gestazionale. In particolare, mostra come l’approccio eidetico husserliano può spiegare l’irriducibilità qualitativa delle esperienze di gestazione, con lo stesso impianto teorico che serve a rendere conto della cosiddetta esperienza gestazionale “normale”. La sezione uno (Phenomenological accounts) delinea lo sviluppo originale della fenomenologia della gravidanza. Partendo dagli scritti di Edmund Husserl, Maurice Merleau-Ponty, Simone de Beauvoir e Iris Marion Young, esplora la comprensione fenomenologica della vita intra-uterina e il ruolo svolto dal corpo gestante, elaborando una nozione di gravidanza come processo e non come condizione o stato. Il principale risultato di questa indagine si concretizza nel cambio di paradigma nel considerare la donna incinta: non più (solo) paziente, ma anche soggetto di esperienza. La sezione 2 (Space and Time of pregnancy) è un esercizio di epoché volto a criticare le rappresentazioni comuni del corpo incinta e delle temporalità gestazionali. Attraverso un confronto tra il modello dell’hospitality e quello del container, sostengo che la corporeità gestante debba essere pensata come Leib. Inoltre, propongo di rinegoziare la temporalità gestazionale integrando la retorica degli “stadi” (dello sviluppo fetale) con un’analisi delle temporalità del sé gestante (che definisco scattered temporalities). Questa indagine dello spazio e del tempo della gestazione mostra l’inconsistenza fenomenologica di un’idea della gravidanza come fase transitoria che si conclude con il parto e del corpo gestante come involucro di un processo biologico e sub-personale. Nella terza sezione (The who of pregnancy), esploro la natura dell’altro-fetale (fetal-other). Inizio con una panoramica della concettualizzazione dell’alterità fetale nel capitolo sei, concentrandomi sul processo di personalizzazione del feto e sulle sue conseguenze per il processo gestazionale. Nel capitolo sette esploro l’esperienza vissuta della gravidanza, sostenendo che essa esibisca una forma di intercorporeità radicale intercorporeità. Indago dunque il ruolo del tocco nella costituzione della polarità gestazionale e il tipo specifico di agency, sia del soggetto gestante che dell’altro fetale, così come emerge nel e dal loro reciproco ma asimmetrico rapporto. Invece di considerare il processo gestazionale come una condizione che interessa la donna incinta, la mia tesi mira a delineare il carattere essenziale del processo gestazionale come intrinsecamente intersoggettivo e a indagare la portata filosofica del sé-in-gravidanza. Interrogando le strutture dell'esperienza gestazionale, contribuisce infine alla comprensione filosofica del sé gestante, inteso sia come oggetto di indagine filosofica che come soggetto epistemico e patico.File | Dimensione | Formato | |
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