In questo lavoro affronto il complesso tema del progresso morale da alcune angolazioni teoriche relativamente poco esplorate nel dibattito, con l’obiettivo di offrire una prospettiva originale su questioni che di recente hanno guadagnato rinnovata attenzione combinando approcci e dati provenienti da filosofia morale, scienze cognitive, evoluzionismo e teoria sociale. Nella prima parte del lavoro discuto alcune questioni filosofiche fondamentali legate alla natura intrinsecamente valutativa dell’indagine sul progresso morale. Dopo un’analisi concettuale e comparativa di quest’idea, sottolineo la necessità della riflessione etica normativa e assiologica, anche rispondendo a una recente obiezione ‘non-ideale’ a questo tipo di approccio. Propongo poi una teoria del progresso morale basata sull’agency, secondo la quale il riferimento al valore dell’agency e dell'autonomia – in termini di un loro maggiore e migliore esercizio sia (1) come risultato che (2) come motore del cambiamento sociale e morale – appare un criterio particolarmente affidabile e coerente per la giustificazione delle valutazioni morali ‘storiche’, nonché in grado di spiegare e risolvere alcuni dei principali limiti di altri criteri normativi-valutativi o “tipi” di progresso morale (e.g. incrementi di benessere, maggiore eguaglianza sociale). Nella seconda parte mostro come tale teoria sia coerente con le evidenze empiriche e con un approccio naturalistico allo studio della morale. In particolare, critico la tesi – piuttosto diffusa nel dibattito contemporaneo su questi temi – secondo cui la psicologia umana sarebbe rigidamente destinata a rimanere tribale, esclusiva e poco lungimirante per via della storia evolutiva della nostra specie, e che ciò potrebbe costituire un ostacolo un miglioramento delle capacità decisionali degli individui. Contro questa visione pessimistica, discuto numerose evidenze che mostrano che diverse condizioni socio-ecologiche ed epistemiche possono favorire notevoli cambiamenti psicologici, contribuendo a aumento significativo dell’autonomia, delle capacità decisionali e delle disposizioni prosociali delle persone. Questi cambiamenti, di conseguenza, favoriscono e stabilizzano cambiamenti emancipativi e inclusivi tanto nei valori morali individuali quanto nelle istituzioni morali e sociali. Nella terza parte discuto infine l’idea di un miglioramento delle capacità morali degli individui. Discuto i limiti di alcuni modelli presenti in letteratura e difendo un approccio naturalistico, empiricamente-informato ed action-guiding basato sulle virtù che enfatizza l’importanza di sviluppare alcuni tratti stabili di “flessibilità mentale”. Infine, considero alcuni dei limiti di intendere un miglioramento morale individuale meramente nei termini dell’acquisizione di competenze o abilità (skills), analogamente a quanto avviene in altri domini (non-morali), discutendo alcuni dati recenti sulla psicologia dell’apprendimento e delle decisioni morali. Concludo difendendo un approccio procedurale per la valutazione di miglioramenti e/o diversi livelli di affidabilità nei giudizi e nelle decisioni morali.

In this work, I try to address the complex topic of moral progress from some underexplored theoretical angles, aiming to offer an original perspective on issues that recently gained renewed attention by combining approaches and data from moral philosophy, cognitive science, history, evolutionary and social theory. In the first part of the work, I explore some fundamental philosophical issues arising from the evaluative core of the inquiry about moral progress. After a conceptual and comparative analysis, I emphasize the need for normative and axiological ethical reflection in moral progress theory, also by replying to a recent ‘non-ideal’ objection to this approach. I defend an agency-based theory of moral progress, according to which referring to the value of agency and autonomy – in terms of their increased exercise both (1) as a result and (2) as a driver of social and moral change – seems a particularly reliable proxy to justify progressive moral shifts, and to accommodate problems of alternative normative criteria and types of moral progress (e.g. increased well-being or social equality). In the second part, I show how such a theory is naturalistically coherent and empirically sound. In particular, I rebut what I call the ‘hard-wiring’ thesis, i.e., the idea that human moral and prosocial cognition are rigidly bound to be exclusive and myopic by the evolutionary history of our species, and that this constitutes a severe obstacle to significant agency-driven moral change. Against this pessimistic view, I show how socialization and several other ecological and epistemic conditions can favor considerable psychological shifts which allow for significant increase in people’s agency and ability for open-ended practical reasoning. This, in turn, facilitates and stabilizes emancipative and inclusivist shifts both in individual values and social institutions. In the third part, I explore the idea of an improvement of the moral capacities of individuals. I discuss the limits of available models in the literature and defend a naturalistic, empirically-informed, and action-guiding virtue-based account, emphasizing the importance of developing – apparently paradoxical – stable habits and traits of mental flexibility. Finally, I consider some of the limits of conceiving individual moral improvement in terms of skills acquisition, analogously to the development of expertise in non-moral domains, by also dealing with recent research on the psychology of moral learning and decision-making. I conclude by defending a procedural approach for assessing improvements and/or different levels of reliability in moral judgment and decision-making.

Agency in progress: The ethics, evolution, and psychology of moral change / Federico Bina , 2023 May 04. 35. ciclo, Anno Accademico 2021/2022.

Agency in progress: The ethics, evolution, and psychology of moral change

BINA, FEDERICO
2023-05-04

Abstract

In questo lavoro affronto il complesso tema del progresso morale da alcune angolazioni teoriche relativamente poco esplorate nel dibattito, con l’obiettivo di offrire una prospettiva originale su questioni che di recente hanno guadagnato rinnovata attenzione combinando approcci e dati provenienti da filosofia morale, scienze cognitive, evoluzionismo e teoria sociale. Nella prima parte del lavoro discuto alcune questioni filosofiche fondamentali legate alla natura intrinsecamente valutativa dell’indagine sul progresso morale. Dopo un’analisi concettuale e comparativa di quest’idea, sottolineo la necessità della riflessione etica normativa e assiologica, anche rispondendo a una recente obiezione ‘non-ideale’ a questo tipo di approccio. Propongo poi una teoria del progresso morale basata sull’agency, secondo la quale il riferimento al valore dell’agency e dell'autonomia – in termini di un loro maggiore e migliore esercizio sia (1) come risultato che (2) come motore del cambiamento sociale e morale – appare un criterio particolarmente affidabile e coerente per la giustificazione delle valutazioni morali ‘storiche’, nonché in grado di spiegare e risolvere alcuni dei principali limiti di altri criteri normativi-valutativi o “tipi” di progresso morale (e.g. incrementi di benessere, maggiore eguaglianza sociale). Nella seconda parte mostro come tale teoria sia coerente con le evidenze empiriche e con un approccio naturalistico allo studio della morale. In particolare, critico la tesi – piuttosto diffusa nel dibattito contemporaneo su questi temi – secondo cui la psicologia umana sarebbe rigidamente destinata a rimanere tribale, esclusiva e poco lungimirante per via della storia evolutiva della nostra specie, e che ciò potrebbe costituire un ostacolo un miglioramento delle capacità decisionali degli individui. Contro questa visione pessimistica, discuto numerose evidenze che mostrano che diverse condizioni socio-ecologiche ed epistemiche possono favorire notevoli cambiamenti psicologici, contribuendo a aumento significativo dell’autonomia, delle capacità decisionali e delle disposizioni prosociali delle persone. Questi cambiamenti, di conseguenza, favoriscono e stabilizzano cambiamenti emancipativi e inclusivi tanto nei valori morali individuali quanto nelle istituzioni morali e sociali. Nella terza parte discuto infine l’idea di un miglioramento delle capacità morali degli individui. Discuto i limiti di alcuni modelli presenti in letteratura e difendo un approccio naturalistico, empiricamente-informato ed action-guiding basato sulle virtù che enfatizza l’importanza di sviluppare alcuni tratti stabili di “flessibilità mentale”. Infine, considero alcuni dei limiti di intendere un miglioramento morale individuale meramente nei termini dell’acquisizione di competenze o abilità (skills), analogamente a quanto avviene in altri domini (non-morali), discutendo alcuni dati recenti sulla psicologia dell’apprendimento e delle decisioni morali. Concludo difendendo un approccio procedurale per la valutazione di miglioramenti e/o diversi livelli di affidabilità nei giudizi e nelle decisioni morali.
4-mag-2023
M-FIL/03 - FILOSOFIA MORALE
SONGHORIAN, SARAH
REICHLIN, MASSIMO
Agency in progress: The ethics, evolution, and psychology of moral change / Federico Bina , 2023 May 04. 35. ciclo, Anno Accademico 2021/2022.
Doctoral Thesis
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Descrizione: Agency in progress: The ethics, evolution, and psychology of moral change
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/141776
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