A partire dagli anni ’60 del secolo scorso nel dibattito filosofico la disobbedienza civile è stata discussa prevalentemente da una prospettiva occidentale e legittimata come uno strumento correttivo delle ingiustizie all’interno di sistemi politici democratici, pertanto il suo potere trasformativo nella lotta contro ingiustizie di tipo sistemico è stato largamente sottovalutato. Gli attivisti ricorrono sempre più spesso ad atti di disobbedienza civile per opporsi ai regimi al potere, particolarmente in diversi paesi africani classificati come anocratici. L’anocrazia è un sistema politico a metà tra la democrazia e l’autocrazia poiché in tale regime il potere viene esercitato secondo principi e pratiche di tipo democratico e autoritario. Il presente studio indaga il significato e il ruolo della disobbedienza civile in regimi anocratici concentrandosi sul Sudan, Paese il cui presidente Omar al-Bashir è stato costretto a dimettersi nel 2019 in seguito a una campagna di disobbedienza civile di massa. La metodologia adottata per affrontare questo tema è sia comparativa che etnografica. Le teorie occidentali della disobbedienza civile vengono problematizzate esaminando la prospettiva degli attivisti sudanesi e le loro pratiche di teorizzazione dal basso raccolte attraverso interviste condotte con manifestanti sudanesi e discusse nell’analisi. In Sudan la disobbedienza civile è una forma di protesta collettiva e nonviolenta che mira a ristabilire la democrazia nel Paese, ossia a ripristinare l’ordine democratico esistente prima della presa del potere da parte di al-Bashir nel 1989 con un colpo di stato. Questa analisi dimostra che la disobbedienza civile nelle anocrazie può essere una pratica di (ri-)democratizzazione, può cioè svolgere un ruolo di ri-democratizzazione quando viene intrapresa in un’anocrazia in cui è stato in precedenza stabilito un sistema democratico, oppure può avere un ruolo di democratizzazione in paesi anocratici in cui non è mai stata instaurata la democrazia. Tendenze anocratiche si stanno ora manifestando anche nelle democrazie liberali occidentali. Pertanto, questo studio, che da una prospettiva occidentale affronta un contesto politico distante e apparentemente insolito, fornisce in realtà spunti teorici e pratici interessanti per sviluppare ulteriormente la ricerca sulla disobbedienza civile come pratica di (ri-)democratizzazione oltre il continente africano.

In the philosophical debate, starting from the 1960s civil disobedience has been mostly discussed from a Western liberal perspective and justified as a reformist means aiming to correct injustices occurring within democratic systems, thus its transformative power in countering systemic injustices has been widely underestimated. Activists are increasingly resorting to acts of civil disobedience to challenge the ruling regimes, notably in African countries which are classified as anocratic. Anocracy is a middling type of political system between democracy and autocracy, since such a regime is governed according to democratic and authoritarian principles and practices. This study investigates the meaning and role of civil disobedience in anocratic regimes by focusing on Sudan where in 2019, after a campaign of mass civil disobedience, president Omar al- Bashir was forced to step down. The methodology adopted to address this issue is both comparative and ethnographic. The Western conceptualisations of civil disobedience are questioned by examining Sudanese activists’ perspective and their theorising practices from below, which were incorporated in the analysis through interviews conducted with Sudanese protesters. In Sudan civil disobedience is a collective, nonviolent form of protest engaged to re-democratise the country, namely to restore the democratic order in place before al-Bashir grabbed power in 1989 through a coup d’état. This analysis demonstrates that civil disobedience in anocracies can be a practice of (re-)democratisation, by playing a re-democratising role when undertaken in an anocracy in which a democratic order has been previously set up; or a democratising role in anocratic countries which have never established democracy before. Anocratic tendencies are now occurring in Western liberal democracies as well. Therefore, this study which, from a Western point of view, addressed a distant and apparently unfamiliar political context, provides meaningful insights to further develop research on civil disobedience as a (re-)democratising practice beyond Africa.

(Re-)democratising an anocracy with civil disobedience: Lessons from Sudan / Yeelen Badona Monteiro , 2023 May 05. 34. ciclo, Anno Accademico 2020/2021.

(Re-)democratising an anocracy with civil disobedience: Lessons from Sudan

BADONA MONTEIRO, YEELEN
2023-05-05

Abstract

A partire dagli anni ’60 del secolo scorso nel dibattito filosofico la disobbedienza civile è stata discussa prevalentemente da una prospettiva occidentale e legittimata come uno strumento correttivo delle ingiustizie all’interno di sistemi politici democratici, pertanto il suo potere trasformativo nella lotta contro ingiustizie di tipo sistemico è stato largamente sottovalutato. Gli attivisti ricorrono sempre più spesso ad atti di disobbedienza civile per opporsi ai regimi al potere, particolarmente in diversi paesi africani classificati come anocratici. L’anocrazia è un sistema politico a metà tra la democrazia e l’autocrazia poiché in tale regime il potere viene esercitato secondo principi e pratiche di tipo democratico e autoritario. Il presente studio indaga il significato e il ruolo della disobbedienza civile in regimi anocratici concentrandosi sul Sudan, Paese il cui presidente Omar al-Bashir è stato costretto a dimettersi nel 2019 in seguito a una campagna di disobbedienza civile di massa. La metodologia adottata per affrontare questo tema è sia comparativa che etnografica. Le teorie occidentali della disobbedienza civile vengono problematizzate esaminando la prospettiva degli attivisti sudanesi e le loro pratiche di teorizzazione dal basso raccolte attraverso interviste condotte con manifestanti sudanesi e discusse nell’analisi. In Sudan la disobbedienza civile è una forma di protesta collettiva e nonviolenta che mira a ristabilire la democrazia nel Paese, ossia a ripristinare l’ordine democratico esistente prima della presa del potere da parte di al-Bashir nel 1989 con un colpo di stato. Questa analisi dimostra che la disobbedienza civile nelle anocrazie può essere una pratica di (ri-)democratizzazione, può cioè svolgere un ruolo di ri-democratizzazione quando viene intrapresa in un’anocrazia in cui è stato in precedenza stabilito un sistema democratico, oppure può avere un ruolo di democratizzazione in paesi anocratici in cui non è mai stata instaurata la democrazia. Tendenze anocratiche si stanno ora manifestando anche nelle democrazie liberali occidentali. Pertanto, questo studio, che da una prospettiva occidentale affronta un contesto politico distante e apparentemente insolito, fornisce in realtà spunti teorici e pratici interessanti per sviluppare ulteriormente la ricerca sulla disobbedienza civile come pratica di (ri-)democratizzazione oltre il continente africano.
5-mag-2023
SPS/01 - FILOSOFIA POLITICA
SALA, ROBERTA
(Re-)democratising an anocracy with civil disobedience: Lessons from Sudan / Yeelen Badona Monteiro , 2023 May 05. 34. ciclo, Anno Accademico 2020/2021.
Doctoral Thesis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/142176
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