Il posto assegnato dalla storiografia della scienza italiana a GiuseppeLevi (1872-1965), Professore di anatomia all’Università di Torino,sembra quasi esclusivamente legato alle imprese scientifiche di tresuoi allievi insigniti del Nobel (Salvador E. Luria, Renato Dulbeccoe Rita Levi Montalcini)2, nonché al ritratto tracciatone dalla figlia inuno dei classici della nostra letteratura3.Il caso dei “tre compagni di studi” che dallo stesso istituto anatomicotorinese giunsero, per vie diverse, a Stoccolma è quasi unico nellastoria della scienza, e come tale ha catalizzato l’attenzione deglistorici4. I diversi resoconti biografici dei tre Nobel sono concordinell’assegnare a Levi il ruolo dell’inflessibile mentore, dotato di straordinariotalento sperimentale, di inesauribile capacità lavorativa, diun’esemplare rettitudine morale, e di un fermo, spesso imprudente,impegno antifascista. Non si distaccano da questo cliché i pochi saggistorici, per lo più a carattere celebrativo, che gli sono stati sinoradedicati5. Nel loro insieme, tuttavia, queste ricostruzioni soffronodi un’impostazione storica angusta, incentrate su una presunta relazionegenealogica tra la scienza degli allievi e quella del maestro.È proprio un simile tentativo di ri-costruzione genealogica6, e laconseguente insistenza sulle sole linee di continuità tra Levi e i suoifamosi studenti, che ha portato a tralasciare le importanti cesureche hanno caratterizzato la storia delle scienze biologiche a partiredagli anni Quaranta del secolo scorso. Basti pensare, ad esempio,alla trasformazione subita dai differenti approcci sperimentali inseguito all’emigrazione statunitense7, alla profonda riorganizzazionedisciplinare della genetica microbica8 (Luria e Dulbecco) e dellaneuroscienze (Montalcini) o, ancora, alla “molecolarizzazione” delsapere biomedico9 per comprendere come una mera interpretazionegenealogica neghi la frattura storica ed epistemologica che divide lascienza di Levi da quella dei suoi studenti.Nel suo tentativo di affrancare la figura di Levi dal ruolo di personaggiosecondario, pur importante, di storie altrui, questo lavoroha l’ambizione di sostituire a una biografia, per dir così, verticaleuna orizzontale, privilegiando alle interpretazioni retrospettive i piùsolidi legami che Levi aveva con la propria epoca. Non vogliamo inquesto modo opporre alla storia del comprimario di grandi personaggiancora quella di un “grande uomo”. La biografia di Levi, piuttostoche contenere in nuce storie più gloriose, o rappresentare essastessa una “grande storia”, offre accesso a storie più ampie, scientifichee civili, imprese collettive che trascendono il contributo di ognisingolo personaggio10.In quest’ottica, il valore paradigmatico della figura di Levi risiedenon tanto nell’essere il caposcuola di tre premi Nobel, quanto, piuttosto,nell’essere stato uno dei protagonisti del rinnovamento dellabiologia sperimentale italiana e internazionale e nell’aver incarnatoin maniera esemplare la figura dell’intellettuale antifascista, il cuiinsegnamento ha avuto un valore che trascende i rigidi confini dellaformazione accademica.Il saggio è diviso in due parti, rispettivamente dedicate al Levi scienziatoe all’antifascista.

The anatomist Giuseppe Levi (1872-1965) is unanimously considered one of the major figures of Italian biomedical sciences in the 20th century. His fame, however, is mainly derived from having nurtured three Nobel Prize winners, namely Salvador E. Luria, Rita Levi Montalcini and Renato Dulbecco. In reappraising Levi's role in the development of Italian science and culture in general, this article aims at questioning both the narrowness of earlier accounts and a certain kind of genealogical approach to the history of scientific disciplines and academic schools. We will here consider Giuseppe Levi as an instance of two major cultural phenomena: the development of experimental biology in Italy and continental Europe and the anti-fascist socialist culture expressed by a part of the Italian intellectuals. In so doing, we will reassess the historical specificity of the scientific maturation of Levi's three famous students, on the one hand, while on the other we will consider in some depth the cultural and moral environment in which Levi thrived and his role as a moral example for his students. Such revision, we will argue, have a direct bearing on more general historiographical issues, namely, the need for a stronger contextualization of the birth and consolidation of research traditions, implying a rejection of simplistic genealogical reconstructions, and the role of academic schools and institutional settings in the definition of novel, multidisciplinary scientific approaches. Finally, the following will highlight the importance of a more careful outlook on the master-pupil relationship in academic context, addressing issues of both continuity and rupture. The article is subdivided in two main sections, the first devoted to Levi as a scientist, the second to his Anti-fascism.

Uno sconosciuto illustre: Giuseppe Levi tra scienza, antifascismo e premi Nobel / Grignolio, A; De Sio, F. - In: MEDICINA NEI SECOLI. - ISSN 0394-9001. - 21:3(2009), pp. 847-913.

Uno sconosciuto illustre: Giuseppe Levi tra scienza, antifascismo e premi Nobel

Grignolio A
Primo
;
2009-01-01

Abstract

Il posto assegnato dalla storiografia della scienza italiana a GiuseppeLevi (1872-1965), Professore di anatomia all’Università di Torino,sembra quasi esclusivamente legato alle imprese scientifiche di tresuoi allievi insigniti del Nobel (Salvador E. Luria, Renato Dulbeccoe Rita Levi Montalcini)2, nonché al ritratto tracciatone dalla figlia inuno dei classici della nostra letteratura3.Il caso dei “tre compagni di studi” che dallo stesso istituto anatomicotorinese giunsero, per vie diverse, a Stoccolma è quasi unico nellastoria della scienza, e come tale ha catalizzato l’attenzione deglistorici4. I diversi resoconti biografici dei tre Nobel sono concordinell’assegnare a Levi il ruolo dell’inflessibile mentore, dotato di straordinariotalento sperimentale, di inesauribile capacità lavorativa, diun’esemplare rettitudine morale, e di un fermo, spesso imprudente,impegno antifascista. Non si distaccano da questo cliché i pochi saggistorici, per lo più a carattere celebrativo, che gli sono stati sinoradedicati5. Nel loro insieme, tuttavia, queste ricostruzioni soffronodi un’impostazione storica angusta, incentrate su una presunta relazionegenealogica tra la scienza degli allievi e quella del maestro.È proprio un simile tentativo di ri-costruzione genealogica6, e laconseguente insistenza sulle sole linee di continuità tra Levi e i suoifamosi studenti, che ha portato a tralasciare le importanti cesureche hanno caratterizzato la storia delle scienze biologiche a partiredagli anni Quaranta del secolo scorso. Basti pensare, ad esempio,alla trasformazione subita dai differenti approcci sperimentali inseguito all’emigrazione statunitense7, alla profonda riorganizzazionedisciplinare della genetica microbica8 (Luria e Dulbecco) e dellaneuroscienze (Montalcini) o, ancora, alla “molecolarizzazione” delsapere biomedico9 per comprendere come una mera interpretazionegenealogica neghi la frattura storica ed epistemologica che divide lascienza di Levi da quella dei suoi studenti.Nel suo tentativo di affrancare la figura di Levi dal ruolo di personaggiosecondario, pur importante, di storie altrui, questo lavoroha l’ambizione di sostituire a una biografia, per dir così, verticaleuna orizzontale, privilegiando alle interpretazioni retrospettive i piùsolidi legami che Levi aveva con la propria epoca. Non vogliamo inquesto modo opporre alla storia del comprimario di grandi personaggiancora quella di un “grande uomo”. La biografia di Levi, piuttostoche contenere in nuce storie più gloriose, o rappresentare essastessa una “grande storia”, offre accesso a storie più ampie, scientifichee civili, imprese collettive che trascendono il contributo di ognisingolo personaggio10.In quest’ottica, il valore paradigmatico della figura di Levi risiedenon tanto nell’essere il caposcuola di tre premi Nobel, quanto, piuttosto,nell’essere stato uno dei protagonisti del rinnovamento dellabiologia sperimentale italiana e internazionale e nell’aver incarnatoin maniera esemplare la figura dell’intellettuale antifascista, il cuiinsegnamento ha avuto un valore che trascende i rigidi confini dellaformazione accademica.Il saggio è diviso in due parti, rispettivamente dedicate al Levi scienziatoe all’antifascista.
2009
The anatomist Giuseppe Levi (1872-1965) is unanimously considered one of the major figures of Italian biomedical sciences in the 20th century. His fame, however, is mainly derived from having nurtured three Nobel Prize winners, namely Salvador E. Luria, Rita Levi Montalcini and Renato Dulbecco. In reappraising Levi's role in the development of Italian science and culture in general, this article aims at questioning both the narrowness of earlier accounts and a certain kind of genealogical approach to the history of scientific disciplines and academic schools. We will here consider Giuseppe Levi as an instance of two major cultural phenomena: the development of experimental biology in Italy and continental Europe and the anti-fascist socialist culture expressed by a part of the Italian intellectuals. In so doing, we will reassess the historical specificity of the scientific maturation of Levi's three famous students, on the one hand, while on the other we will consider in some depth the cultural and moral environment in which Levi thrived and his role as a moral example for his students. Such revision, we will argue, have a direct bearing on more general historiographical issues, namely, the need for a stronger contextualization of the birth and consolidation of research traditions, implying a rejection of simplistic genealogical reconstructions, and the role of academic schools and institutional settings in the definition of novel, multidisciplinary scientific approaches. Finally, the following will highlight the importance of a more careful outlook on the master-pupil relationship in academic context, addressing issues of both continuity and rupture. The article is subdivided in two main sections, the first devoted to Levi as a scientist, the second to his Anti-fascism.
Nervous System
Scientific Biography
Fascism
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/150356
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