Dopo gli eventi internazionali di Brexit e dell’elezione del Presidente USA Donald Trump, il tema della post-verità (post-truth), spesso sponda di derive populiste, è ormai al centro dell’odierno dibattito politico. Su scala quotidiana, le teorie del complotto e le false notizie (fake-news) alimentate dalla rete arrivano invece a modificare l’apprendimento delle nuove generazioni, alterandone la capacità di giudizio e l’analisi delle fonti dei testi digitali. In un simile contesto culturale, le innovazioni tecno-scientifiche e biomediche si manifestano come ambiti esemplari per osservare i meccanismi della post-verità capaci di influenzare la percezione sociale del rischio e le architetture decisionali della cittadinanza. Diverse ricerche sulle crescenti resistenze sociali alle vaccinazioni rendono manifeste le attitudini neurocognitive e le dinamiche del web che soggiacciono alla diffusione di informazioni post-fattuali. Sui vaccini non solo l’emotività e le convinzioni personali prendono il sopravvento sui dati verificabili, ma l’informazione, ormai globalizzata, risulta caratterizzata da una inedita velocità di propagazione che la distribuisce a ondate virali e tra gruppi di appartenenza tra loro contrapposti (cluster), che rilanciano continue contro-informazioni e smentite reciprocamente ignorate (confirmation bias, backfire effect bias), dove le fonti sono spesso giuridicamente prive di geografia e autore, e le competenze sono ignorate o ridicolizzate (disintermediazione e false balance bias). Viene infine proposta un’essenziale analisi storica, in cui la post-verità è vista come un ciclico ritorno di anti-intellettualismo, frutto recente del meno recente relativismo post-moderno, che solo ora mostra la sua pericolosità nel rifiuto delle competenze, nell’inquinamento delle regole del normale discorso democratico e nel demagogico sostegno di nuove forme di democrazia diretta offerta dal web.
ABSTRACTAfter the international events of Brexit and the election of the Pre-sident of the USA Donald Trump, the issue of post-truth, which is often conductive to populist drifts, has reached the center of the poli-tical debate. On a daily basis, con-servancy theories and fake news fueled by the web come to shape the learning capabilities of new ge-nerations, altering their ability to judge and analyze digital textual sources. In such a cultural context, techno-scientic and biomedical innovations represent privileged ¿HOGV LQ ZKLFK WKH PHFKDQLVPV RI post-truth have come to shape the social perception of risk and the decisional architecture of citizens. Several studies on the growing so-cial resistances toward vaccination readily exemplify the neurocognitive attitudes and the typical dynamics of the web underlining the diffusion of post-factual information. In the case of vaccines, not only our sensitivity and personal convictions take over YHUL¿DEOH GDWD EXW LQIRUPDWLRQ QRZ globalized, is characterized by an unprecedented velocity of propa-gation, which distributes it in viral waves and across social groups (tribal clusters) ready to relaunch a continuous stream of counter-in- formation and mutually ignored de-QLDOV FRQ¿UPDWLRQ ELDV DQG EDFN¿UH bias), where the sources are often lacking a geographical reference and a author and competences are ignored or mocked (disintermedia-tion and false balance bias). Lastly, this text proposes an essential hi-storical analysis, in which post-truth is seen as a cyclic form of anti-in-tellectualism, the recent product of a less recent post-modern relativism, which is now revealing its hazardou-sness in refuting competences, in polluting of the rules of the normal democratic discourse and in the de-magogical support toward new for-ms of direct democracy provided by the web
Post-verità, vaccini, democrazia / Grignolio, A. - In: FUTURE OF SCIENCE AND ETHICS. - ISSN 2421-3039. - 2:1(2017), pp. 75-88.
Post-verità, vaccini, democrazia
Grignolio A
2017-01-01
Abstract
Dopo gli eventi internazionali di Brexit e dell’elezione del Presidente USA Donald Trump, il tema della post-verità (post-truth), spesso sponda di derive populiste, è ormai al centro dell’odierno dibattito politico. Su scala quotidiana, le teorie del complotto e le false notizie (fake-news) alimentate dalla rete arrivano invece a modificare l’apprendimento delle nuove generazioni, alterandone la capacità di giudizio e l’analisi delle fonti dei testi digitali. In un simile contesto culturale, le innovazioni tecno-scientifiche e biomediche si manifestano come ambiti esemplari per osservare i meccanismi della post-verità capaci di influenzare la percezione sociale del rischio e le architetture decisionali della cittadinanza. Diverse ricerche sulle crescenti resistenze sociali alle vaccinazioni rendono manifeste le attitudini neurocognitive e le dinamiche del web che soggiacciono alla diffusione di informazioni post-fattuali. Sui vaccini non solo l’emotività e le convinzioni personali prendono il sopravvento sui dati verificabili, ma l’informazione, ormai globalizzata, risulta caratterizzata da una inedita velocità di propagazione che la distribuisce a ondate virali e tra gruppi di appartenenza tra loro contrapposti (cluster), che rilanciano continue contro-informazioni e smentite reciprocamente ignorate (confirmation bias, backfire effect bias), dove le fonti sono spesso giuridicamente prive di geografia e autore, e le competenze sono ignorate o ridicolizzate (disintermediazione e false balance bias). Viene infine proposta un’essenziale analisi storica, in cui la post-verità è vista come un ciclico ritorno di anti-intellettualismo, frutto recente del meno recente relativismo post-moderno, che solo ora mostra la sua pericolosità nel rifiuto delle competenze, nell’inquinamento delle regole del normale discorso democratico e nel demagogico sostegno di nuove forme di democrazia diretta offerta dal web.File | Dimensione | Formato | |
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