Il costrutto del narcisismo, per quanto ancora controverso, ha notevoli implicazioni non solo per la psicologia clinica (Kernberg, 1992; Kohut, 1971), ma anche per la psicologia sociale e delle differenze individuali (Baumeister, 1999). L’assenza di strumenti di misurazione del narcisismo applicabili da studiosi di differente formazione teorica e operanti in differenti contesti è stato uno dei fattori che ha rallentato la ricerca su questo aspetto della personalità. Il Narcissistic Personality Inventory (NPI; Raskin e Hall, 1979; Raskin e Terry, 1988) è uno strumento autosomministrato, costruito per valutare il narcisismo in un’ottica dimensionale anche nelle popolazioni non cliniche. Anche se la scala non misura il Disturbo Narcisistico di Personalità, la concettualizzazione del narcisismo che ne è alla base si fonda sui criteri comportamentali per la personalità narcisistica inclusi nel DSM-III (American Psychiatric Association, 1980). Questo ne fa uno strumento potenzialmente interessante, dato che utilizza criteri applicabili anche in ambito clinico valutati secondo modalità dimensionali che lo rendono potenzialmente idoneo per una utilizzazione anche nell’ambito sociale e delle differenze individuali. Inoltre si basa su una definizione del narcisismo dichiaratamente ateoretica (American Psychiatric Association, 1980) – o forse sarebbe meglio dire trans-teoretica – che rappresenta un “lingua comune” sia della clinica, sia della ricerca. Questo fa dell’NPI uno strumento che può essere utilizzato da parte di ricercatori di diverso orientamento teorico, consentendo la comparazione dei risultati e lo scambio delle informazioni scientifiche. Il costrutto soggiacente all’NPI considera il narcisismo come uno stile personologico caratterizzato da grandiosità, fantasie di successo, bellezza o potere illimitati, sensazione di avere diritto a tutto (sense of entitlement), elevata sensibilità alla critica e manipolazione nelle relazioni interpersonali (queste caratteristiche sono state mantenute quasi invariate anche nelle due successive edizioni del DSM). Lo sviluppo delle teorie del narcisismo e la disponibilità di misure agili quale l’NPI hanno favorito la crescita della ricerca sul narcisismo, con un incremento degli articoli indicizzati in PsychInfo da 405 nel decennio 1969-1978, a 1791 nel decennio 1989-1998 (Soyer, Rovenpor, Kopelman, Mullins & Watson, 2001). Un recente studio ha evidenziato come esistano 146 studi indicizzati in PsychInfo nel periodo 1979-2003 che abbiano utilizzato NPI come misura di narcisismo (Del Rosario & White, 2005). In base a questi dati, si può affermare che NPI sia uno strumento ampiamente utilizzato e accettato come misura dimensionale del narcisismo in ambito non clinico. Ad oggi le evidenze della validità di NPI come misura clinica del narcisismo sono limitate ad un solo lavoro (Prifitera & Ryan, 1984).

Proprietà psicometriche della versione italiana del Narcissistic Personality Inventory

FOSSATI, ANDREA;BORRONI , SERENA;MAFFEI , CESARE
2008-01-01

Abstract

Il costrutto del narcisismo, per quanto ancora controverso, ha notevoli implicazioni non solo per la psicologia clinica (Kernberg, 1992; Kohut, 1971), ma anche per la psicologia sociale e delle differenze individuali (Baumeister, 1999). L’assenza di strumenti di misurazione del narcisismo applicabili da studiosi di differente formazione teorica e operanti in differenti contesti è stato uno dei fattori che ha rallentato la ricerca su questo aspetto della personalità. Il Narcissistic Personality Inventory (NPI; Raskin e Hall, 1979; Raskin e Terry, 1988) è uno strumento autosomministrato, costruito per valutare il narcisismo in un’ottica dimensionale anche nelle popolazioni non cliniche. Anche se la scala non misura il Disturbo Narcisistico di Personalità, la concettualizzazione del narcisismo che ne è alla base si fonda sui criteri comportamentali per la personalità narcisistica inclusi nel DSM-III (American Psychiatric Association, 1980). Questo ne fa uno strumento potenzialmente interessante, dato che utilizza criteri applicabili anche in ambito clinico valutati secondo modalità dimensionali che lo rendono potenzialmente idoneo per una utilizzazione anche nell’ambito sociale e delle differenze individuali. Inoltre si basa su una definizione del narcisismo dichiaratamente ateoretica (American Psychiatric Association, 1980) – o forse sarebbe meglio dire trans-teoretica – che rappresenta un “lingua comune” sia della clinica, sia della ricerca. Questo fa dell’NPI uno strumento che può essere utilizzato da parte di ricercatori di diverso orientamento teorico, consentendo la comparazione dei risultati e lo scambio delle informazioni scientifiche. Il costrutto soggiacente all’NPI considera il narcisismo come uno stile personologico caratterizzato da grandiosità, fantasie di successo, bellezza o potere illimitati, sensazione di avere diritto a tutto (sense of entitlement), elevata sensibilità alla critica e manipolazione nelle relazioni interpersonali (queste caratteristiche sono state mantenute quasi invariate anche nelle due successive edizioni del DSM). Lo sviluppo delle teorie del narcisismo e la disponibilità di misure agili quale l’NPI hanno favorito la crescita della ricerca sul narcisismo, con un incremento degli articoli indicizzati in PsychInfo da 405 nel decennio 1969-1978, a 1791 nel decennio 1989-1998 (Soyer, Rovenpor, Kopelman, Mullins & Watson, 2001). Un recente studio ha evidenziato come esistano 146 studi indicizzati in PsychInfo nel periodo 1979-2003 che abbiano utilizzato NPI come misura di narcisismo (Del Rosario & White, 2005). In base a questi dati, si può affermare che NPI sia uno strumento ampiamente utilizzato e accettato come misura dimensionale del narcisismo in ambito non clinico. Ad oggi le evidenze della validità di NPI come misura clinica del narcisismo sono limitate ad un solo lavoro (Prifitera & Ryan, 1984).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/5253
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