«Cred’ïo ch’ei credette ch’io credesse...» (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno Canto XIII, v. 25). Stando alla citazione in apertura, è indubbio che nel corso della socializzazione– e non solo nei gironi dell’Inferno! – di conflitto socio cognitivo Dante deve averne esperito più di uno. Dante, infatti, nonsolo attribuisce a Virgilio, come si direbbe oggi, una «teoria della mente» («...ei credette ch’io credesse...»), ma dimostra, al contempo, di possederne una perlomeno altrettanto sviluppata («...Cred’ïo ch’ei credette, ecc.»). Il riferimento alla «teoria della mente» non è casuale (per rassegne: Surian, 2002; Royzman, Cassidy e Baron, 2003). Esso introduce la prima delle grandi tematiche affrontate nell’articolo bersaglio di Paolo Legrenzi (questo numero), ossia la «...capacità umana di costruire dei modelli mentali dei contenuti delle menti altrui ». Legrenzi mette questa tematica direttamente in relazione con quella del conflitto socio-cognitivo (per una rassegna che tiene conto dell’evoluzione storica del costrutto, v. Doise e Mugny, 1981). Questa particolare forma di conflitto costituisce per il bambino (ma anche per l’adulto!) una preziosissima occasione – forse l’occasione – per prendere atto dell’esistenza di una prospettiva differente dalla propria, cioè l’occasione per costruire un modello appropriato dei contenuti della mente altrui.

Il conflitto socio-cognitivo stimola la coesistenza psicologica di prospettive multiple?

PANTALEO , GIUSEPPE
2004-01-01

Abstract

«Cred’ïo ch’ei credette ch’io credesse...» (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno Canto XIII, v. 25). Stando alla citazione in apertura, è indubbio che nel corso della socializzazione– e non solo nei gironi dell’Inferno! – di conflitto socio cognitivo Dante deve averne esperito più di uno. Dante, infatti, nonsolo attribuisce a Virgilio, come si direbbe oggi, una «teoria della mente» («...ei credette ch’io credesse...»), ma dimostra, al contempo, di possederne una perlomeno altrettanto sviluppata («...Cred’ïo ch’ei credette, ecc.»). Il riferimento alla «teoria della mente» non è casuale (per rassegne: Surian, 2002; Royzman, Cassidy e Baron, 2003). Esso introduce la prima delle grandi tematiche affrontate nell’articolo bersaglio di Paolo Legrenzi (questo numero), ossia la «...capacità umana di costruire dei modelli mentali dei contenuti delle menti altrui ». Legrenzi mette questa tematica direttamente in relazione con quella del conflitto socio-cognitivo (per una rassegna che tiene conto dell’evoluzione storica del costrutto, v. Doise e Mugny, 1981). Questa particolare forma di conflitto costituisce per il bambino (ma anche per l’adulto!) una preziosissima occasione – forse l’occasione – per prendere atto dell’esistenza di una prospettiva differente dalla propria, cioè l’occasione per costruire un modello appropriato dei contenuti della mente altrui.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/6184
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