La ricerca scientifica si è occupata del rapporto tra legalità e pratica sportiva nei giovani prevalentemente rispetto al fenomeno del doping. Attraverso il “Progetto LEGASPO, Educazione alla Legalità in Ambito Sportivo”, finanziato dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, il nostro intento è stato quello di indagare la situazione del rispetto della legalità durante la pratica sportiva anche relativamente ad altri aspetti, non solo al doping, da parte di un campione di giovani (età media 18,6 anni) lombardi, le loro conoscenze in materia, i loro atteggiamenti. E’ stato elaborato e somministrato un questionario di 68 domande. Sono stati raccolti 280 questionari, e le risposte elaborate attraverso il software SPSS. Dai risultati emerge una buona conoscenza del fenomeno del doping e dei suoi effetti. Nessuno dei soggetti ammette l’uso di doping, e ben pochi conoscerebbero qualcuno che ne fa uso. I dati indicano inoltre una corretta percezione della nocività e/o della slealtà dell’utilizzo di sostanze dopanti, e dell’importanza in termini preventivi ed educativi di allenatori, dirigenti e medici. Relativamente al rispetto delle regole durante la pratica sportiva, i nostri risultati indicano una maggiore indulgenza da parte degli intervistati per altre scorrettezze, quali gli espedienti per ingannare arbitri e allenatori, o per ottenere vantaggi sugli avversari. Inoltre, il 26 % degli intervistati ha ammesso di aver fatto del male ad un avversario prima o dopo la gara. In sintesi, emerge un quadro incoraggiante circa la scarsa diffusione del doping e la consapevolezza del disvalore del suo utilizzo. Il discorso è invece differente per altre forme di scorrettezza durante la pratica sportiva, che dai nostri dati appare collegato anche alla forte pressione esercitata sui giovani atleti da famigliari o allenatori. La raccomandazione, quindi, è quella di un maggiore sforzo sia di ricerca sia in senso preventivo relativamente a questo ultimo aspetto dell’illegalità.

Progetto LEGASPO : educazione alla legalità in ambito sportivo / Merzagora, I.; Romano, C. A.; Verzeletti, A.; Travaini, G. V.. - In: MEDICINA DELLO SPORT. - ISSN 0025-7826. - 68:4(2015), pp. 679-703.

Progetto LEGASPO : educazione alla legalità in ambito sportivo

G.V. Travaini
2015-01-01

Abstract

La ricerca scientifica si è occupata del rapporto tra legalità e pratica sportiva nei giovani prevalentemente rispetto al fenomeno del doping. Attraverso il “Progetto LEGASPO, Educazione alla Legalità in Ambito Sportivo”, finanziato dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, il nostro intento è stato quello di indagare la situazione del rispetto della legalità durante la pratica sportiva anche relativamente ad altri aspetti, non solo al doping, da parte di un campione di giovani (età media 18,6 anni) lombardi, le loro conoscenze in materia, i loro atteggiamenti. E’ stato elaborato e somministrato un questionario di 68 domande. Sono stati raccolti 280 questionari, e le risposte elaborate attraverso il software SPSS. Dai risultati emerge una buona conoscenza del fenomeno del doping e dei suoi effetti. Nessuno dei soggetti ammette l’uso di doping, e ben pochi conoscerebbero qualcuno che ne fa uso. I dati indicano inoltre una corretta percezione della nocività e/o della slealtà dell’utilizzo di sostanze dopanti, e dell’importanza in termini preventivi ed educativi di allenatori, dirigenti e medici. Relativamente al rispetto delle regole durante la pratica sportiva, i nostri risultati indicano una maggiore indulgenza da parte degli intervistati per altre scorrettezze, quali gli espedienti per ingannare arbitri e allenatori, o per ottenere vantaggi sugli avversari. Inoltre, il 26 % degli intervistati ha ammesso di aver fatto del male ad un avversario prima o dopo la gara. In sintesi, emerge un quadro incoraggiante circa la scarsa diffusione del doping e la consapevolezza del disvalore del suo utilizzo. Il discorso è invece differente per altre forme di scorrettezza durante la pratica sportiva, che dai nostri dati appare collegato anche alla forte pressione esercitata sui giovani atleti da famigliari o allenatori. La raccomandazione, quindi, è quella di un maggiore sforzo sia di ricerca sia in senso preventivo relativamente a questo ultimo aspetto dell’illegalità.
2015
doping; sport criminology; prevenzione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11768/84062
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